Archimandrita Ioanichie: Ricordo del Padre Ghelasie

dal Patericon Carpatico

Pagine di esicasmo

Padre Ghelasie era un monaco di grande ascetismo. Quando lo vedevo così esile gli dicevo: «Mangia un po’ anche tu, devi ingrassare». Ma egli mi rispondeva: «Suvvia, dai, è l’anima ciò che conta!» Padre Ghelasie venne al monastero di Frăsinei nel 1973. In precedenza aveva dimorato sui Monti Apuseni, dove era stato novizio presso un eremita chiamato Padre Arsenie.

Là iniziò a coltivare questo straordinario ascetismo. A tavola si sedeva più pro forma che altro, prendeva un po’ di zuppa, ma uova e pesce non ne mangiava. Gioiva nel dire messa, celebrava anche quando non era il suo turno, assieme agli altri preti celebranti. Da laico era stato infermiere, al monastero praticava le iniezioni a chi ne aveva bisogno e curava i malati.

Padre Ghelasie possedeva il dono speciale della persuasione. Venivano da lui molte persone. Venivano persino i securisti (i membri della polizia segreta comunista n.d.t.). Gli facevano delle domande, Ghelasie rispondeva e loro non potevano più aggiungere nulla. Come facesse o non facesse, sempre in piedi cadeva. Non potevano farci nulla, era disarmante. Cercavano di metterlo in difficoltà, ma egli rispondeva così bene ed elegantemente che li spiazzava. Imponeva rispetto e li conquistava. Alcuni di loro si sono addirittura convertiti. Uno dei securisti una volte disse: «se avessimo costui ad occuparsi della nostra propaganda, saremmo invincibili». Davvero aveva un grande potere persuasivo. Le sue conoscenze andavano al di là della preparazione teologica, ne possedeva molte altre in svariati domini. Da lui venivano professori noti da ogni angolo del paese. Parlava con tutti e li riportava alla fede. Da lui arrivarono anche molti yogi, anche questi ritornarono alla fede. Sì, possedeva un vero dono della persuasione.

Padre Archimandrita Ioanichie, starec del Monastero di Frăsinei

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