16 MAGGIO

Dal Prologo di Ohrid opera di Nikolaj Velimirovic

16 Maggio secondo l’antico calendario della Chiesa


  1. IL VENERABILE TEODORO IL SANTIFICATO

Teodoro era un discepolo di San Pacomio. Era nato e cresciuto come pagano, ma da giovane venne a conoscenza della vera fede e fu battezzato. Venuto a conoscenza di San Pacomio, fuggì segretamente dalla casa dei suoi genitori al monastero di Pacomio. San Pacomio lo tonsurò monaco e lo ammirò per il suo zelo e la sua obbedienza unici. Quando la madre arrivò per chiedergli di tornare a casa, Teodoro non volle nemmeno presentarsi davanti a lei, ma pregò Dio di illuminarla con la verità. In effetti, non solo il figlio non tornò a casa, ma lei stessa non tornò a casa. Vedendo un convento poco distante che era sotto la direzione spirituale della sorella di Pacomio, vi entrò e fu tonsurata suora. Dopo un certo periodo di tempo anche Pafnuzio, fratello di Teodoro, entrò nel monastero e fu tonsurato monaco. Col tempo il vescovo di Panopoli chiamò San Pacomio per fondare un monastero per coloro che desideravano la vita monastica. Pacomio prese con sé Teodoro e gli affidò il compito di fondare questo nuovo monastero. Dopo la morte di Pacomio, Teodoro divenne abate di tutti i monasteri di Pacomio e visse fino a età matura una vita gradita a Dio, guidando i numerosi monaci sulla strada della salvezza. Morì serenamente e prese dimora nel Regno della Luce Eterna nell’anno 368 d.C.

  1. LA BEATA VERGINE MUSA

Di lei parla San Gregorio nei Dialoghi: aveva solo nove anni quando, in due occasioni, le apparve la Panaghia Theotokos, circondata da vergini radiose. Quando Musa espresse il desiderio di essere anche lei in compagnia della Regina del Cielo, la Genitrice di Dio le disse che, entro un mese, sarebbe tornata da lei e l’avrebbe presa. Istruì anche Musa su come vivere nei trenta giorni successivi. Il venticinquesimo giorno Musa si mise a letto. Il trentesimo giorno, la Tutta-Santa Purissima apparve di nuovo chiamandola con voce soave e Musa rispose: “Ecco, vengo o Signora, ecco vengo!”, e abbandonò il suo spirito. Musa fu tradotta da questa vita alla vita eterna nel V secolo.

  1. SAN NICOLA MISTICO, PATRIARCA DI COSTANTINOPOLI

Nicola era famoso per l’insolita severità della sua vita. Quando l’imperatore Leone il Saggio si sposò per la quarta volta, il patriarca gli rifiutò l’ingresso in Chiesa e screditò il sacerdote che aveva celebrato il matrimonio. In seguito a ciò, l’imperatore depose il patriarca e lo esiliò in un monastero. I delegati del Papa romano Sergio II approvarono il quarto matrimonio dell’imperatore. Alla morte dell’imperatore, Nicola fu nuovamente restaurato sul trono patriarcale e convocò un’assemblea nell’anno 925 d.C., durante la quale fu proibito il quarto matrimonio per un cristiano, in generale. Morì nell’anno 930 d.C. Nicola è spesso soprannominato Mysticus [Il Mistico] e fu membro del Consiglio segreto dell’Imperatore. All’inizio questo santo era un cortigiano di alto rango, poi lasciò la vanità del mondo e fu tonsurato monaco. Morì serenamente nell’anno 930 d.C.

  1. IL NEO-MARTIRE NICOLA

Nicola nacque in Epiro. Fu torturato dai turchi per la fede di Cristo e decapitato a Trikkala nel 1617 d.C. Un reliquiario contenente la testa di questo martire è conservato oggi in uno dei monasteri di Meteora in Tessaglia. Compie molti miracoli, guarisce le malattie più gravi ed è noto soprattutto per respingere le cavallette dai campi.

  1. I VENERABILI MARTIRI DEL MONASTERO DI S. SABAS IL SANTIFICATO

Durante il regno dell’imperatore Eraclio, intorno all’anno 610 d.C., quarantaquattro monaci del monastero di San Saba il Santificato, vicino a Gerusalemme, soffrirono per la fede di Cristo. Il loro eroismo e le loro sofferenze furono registrate dal testimone oculare Sant’Antioco (24 dicembre).

Inno di lode
SAN NICOLA, NEO-MARTIRE

Nicola martire, per Cristo ha sofferto
e con dolorosa pazienza vinse il diavolo;
E non volle rinnegare il suo Salvatore,
ma glorificò Dio finché ebbe voce;
E nel suo cuore Lo glorificò quando la sua voce si spense.
E maggiori sofferenze, implorò dai suoi nemici.
Crudeli come lupi, i turchi lo picchiavano,
lo sottoposero a ogni sofferenza disumana.
E infine decapitarono la sua santa testa.
Nell’erba verde, la testa rotolò,
La testa del santo, irradiata di luce;
E un cristiano, vestito di seta, avvolse questa testa
E in chiesa la portò, per molti, come rimedio,
per guarire gli sfigurati, i ciechi e i pazzi.
Da tutte le parti, Dio punì gli infedeli,
e il fedele Nicola, eternamente fu glorificato.

Riflessione
Quando Teodoro il Santificato si trovava a Panopoli con San Pacomio, suo padre spirituale, un filosofo venne da lui e si offrì di discutere con lui sulla Fede. Il filosofo pose allora a Teodoro queste tre domande: “Chi non è nato, ma è morto?”. “Chi è nato e non è morto?”. “Chi è morto e non è decaduto?”. A queste domande, San Teodoro rispose: “Adamo non è nato e non è morto. Enoc nacque e non morì. La moglie di Lot è morta e non è decaduta”. E il santo aggiunse questo consiglio al filosofo: “Ascolta i nostri sani consigli; allontanati da queste inutili domande e sillogismi scolastici; avvicinati a Cristo che stiamo servendo e riceverai il perdono dei peccati”. Il filosofo rimase ammutolito da una risposta così netta e, vergognandosi, se ne andò. Da questo si vede chiaramente l’enorme differenza tra un filosofo pagano e un santo cristiano. L’uno [il filosofo] si perde in astrazioni, in parole abilmente contorte, in provocazioni logiche e in sport pensosi, mentre l’altro [il santo] ha rivolto tutta la sua mente al Dio vivente e alla salvezza della sua anima. L’uno è astratto e morto, l’altro è pratico e vivo.

La contemplazione
Contemplare l’azione dello Spirito Santo sugli Apostoli:

  1. Come lo Spirito Santo guida miracolosamente i piedi degli Apostoli verso terre lontane;
  2. Come lo Spirito Santo li riunisce a Gerusalemme da terre lontane per la sepoltura della Panaghia Theotokos.

Omelia
Sull’apparizione del profeta Geremia dall’altro mondo

“Fatto questo, apparve un uomo dai capelli grigi e molto glorioso, di una maestà meravigliosa ed eccellente. Allora Onia rispose: “Questo è un amante dei fratelli, che prega molto per il popolo e per la città santa, cioè Geremia, il profeta di Dio” (2 Maccabei 15, 13-14).

Questa fu la visione che ebbe il coraggioso Giuda Maccabeo. Il primo ad apparirgli dall’altro mondo fu Onia, il sommo sacerdote, e poi il santo profeta Geremia. Come Mosè ed Elia furono visti in gloria dagli apostoli sul monte Tabor, così Giuda Maccabeo vide una volta il profeta Geremia in gloria. Nemmeno prima di Cristo risorto Dio Misericordioso lasciò gli uomini senza prove della vita dopo la morte. In epoca cristiana, invece, queste prove sono senza numero e senza fine. Chiunque, anche dopo tutto questo, dubiti della vita dopo la morte, sta sotto la maledizione del suo peccato come sotto la sua pietra tombale. Come le cose inanimate non possono vedere la luce del giorno, così non può vedere nemmeno chi dubita della vita che è e della quale non c’è fine.

Ma ecco con quale tipo di gloria il profeta Geremia è unito nell’altra vita! “Capelli grigi e gloriosi”. Intorno a lui una certa dignità indescrivibile, una certa aureola luminosa, un certo piacere e una bellezza inesprimibili. Colui che fu trascinato e percosso da uomini ai quali comunicava e impartiva la volontà di Dio e che fu prigioniero in prigione e martire in un buco fetido e che fu ridicolizzato come folle e fu processato come traditore e infine, come trasgressore, fu lapidato. Tuttavia, uno è il giudizio dei peccatori, un altro è il giudizio di Dio. Il più umiliato tra gli uomini si è unito con la gloria angelica davanti a Dio.

Eppure, ecco come il cielo chiama traditore e trasgressore colui che la terra chiamava falso! “Amante dei fratelli”, così lo chiama il cielo. “Amante dei fratelli” che prega molto per il popolo. Infine, guardate come i santi in cielo pregano Dio per noi! Non dormono, pregano per noi mentre dormiamo; non mangiano, pregano per noi mentre mangiamo o abbiamo mangiato troppo; non peccano, pregano per noi mentre pecchiamo. O fratelli, vergogniamoci di fronte a tanti nostri amici sinceri. Vergogniamoci, vergogniamoci di tante preghiere per noi da parte dei santi e uniamoci alle loro preghiere. O Signore onnipotente, perdona la nostra peccaminosa pigrizia e ottusità.

A Te sia gloria e grazie sempre. Amen.

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