ZACCARIA

ἀββᾷ Ζαχαρίᾳ

1. Abba Macario disse ad Abba Zaccaria: “Dimmi, qual è il lavoro di un monaco?”. Egli gli rispose: “Come mai me lo chiedi, padre?”. Abba Macario disse: “Zaccaria, figlio mio, tu mi ispiri fiducia. È Dio che mi spinge a chiedertelo”. Allora Zaccaria gli disse: “Padre, secondo me è un monaco chi fa violenza a sé stesso in tutto”.

2. Un giorno, andando ad attingere acqua, Abba Mosè trovò Abba Zaccaria che pregava accanto al pozzo e lo Spirito di Dio si posava su di lui.

3. Un giorno Abba Mosè disse al fratello Zaccaria: “Dimmi cosa devo fare?”. A queste parole, quest’ultimo si gettò a terra ai piedi dell’anziano e disse: “Lo chiedi a me, padre?”. L’anziano gli rispose: “Credimi, Zaccaria, figlio mio, ho visto lo Spirito Santo scendere su di te e da allora sono costretto a chiedertelo”. Allora Zaccaria si tolse il cappuccio dalla testa, se lo mise sotto i piedi e lo calpestò, dicendo: “Chi non si lascia trattare così, non può diventare monaco”.

4. Un giorno, mentre si trovava a Scetis, Abba Zaccaria ebbe una visione. Andò a raccontarla a suo padre, Carion. L’anziano, che era un asceta, non capì la cosa. Si alzò e lo picchiò sonoramente, dicendo che veniva dai demoni. Ma Zaccaria continuò a pensarci e andò di notte da Abba Poemen, per raccontargli la questione e come il suo cuore ardeva dentro di lui. Allora l’anziano, vedendo che ciò proveniva da Dio, gli disse: “Vai dal tale anziano e qualunque cosa ti dica di fare, falla”. Zaccaria si recò dall’anziano e, prima ancora che questi potesse chiedergli qualcosa, lo prevenne, raccontandogli tutto quello che era successo e dicendogli che quella visione veniva da Dio. Ma vai”, gli disse, “e sottomettiti al tuo padre”.

5. Abba Poemen raccontò che Abba Mosè chiese ad Abba Zaccaria, che era in punto di morte: “Cosa vedi?” Egli rispose: “Non è meglio stare in pace, padre?”. Ed egli rispose: “Sì, è meglio che tu stia tranquillo, figlio mio”. Nell’ora della sua morte, Abba Isidoro, che era seduto lì, guardò verso il cielo e disse: “Rallegrati, Zaccaria, figlio mio, perché ti sono aperte le porte del regno dei cieli”.

image_pdfimage_print