22 MARZO

Dal Prologo di Ohrid opera di Nikolaj Velimirovic

22 marzo secondo il vecchio calendario della Chiesa

  1. IL SACERDOTE-MARTIRE BASILIO, PRESBITERO DI ANCYRA

Sotto l’imperatore Costanzo, Basilio sopportò e soffrì molto per mano degli ariani. A quel tempo era noto come un grande zelatore dell’ortodossia e un vero pastore del gregge affidatogli ad Ancyra. Quando Giuliano l’Apostata salì al trono, iniziò a perseguitare i cristiani. Poiché Basilio smascherò apertamente quest’ultima impurità e rafforzò il suo popolo nella fede, fu messo in prigione. Quando l’imperatore Giuliano giunse ad Ancyra, Basilio fu portato al suo cospetto e l’imperatore cercò di convincerlo ad abbandonare la fede in Cristo, promettendogli onori e ricchezze. Basilio rispose all’imperatore: “Io credo nel mio Cristo, che tu hai rinnegato e che ti ha dato questo regno terreno; ma questo ti sarà tolto tra poco. Non ti vergogni per il sacro altare sotto il quale sei stato salvato quando volevano ucciderti quand’eri un bambino di otto anni? Ecco perché questo regno temporaneo ti sarà tolto a breve e il tuo corpo non sarà sepolto quando la tua anima ti sarà strappata con violenza e con dolori amari”. Giuliano si infuriò e ordinò che ogni giorno gli venissero strappate sette strisce di pelle dal corpo. Gli aguzzini lo fecero per diversi giorni. Quando Basilio si ripresentò davanti all’imperatore, prese una cintura della sua pelle, la gettò in faccia a Giuliano e gridando gli disse: “Prendila, Giuliano, e mangia se questo tipo di cibo ti è dolce, ma per me Cristo è Vita”. Questo episodio fu proclamato in tutte le città e l’imperatore, per la vergogna, partì segretamente da Ancyra verso Antiochia. Continuarono a torturare Basilio con ferri roventi finché non consegnò l’anima a Dio, per il quale soffrì nell’anno 363 d.C.

  1. SANTA DROSIDA

Drosida era la figlia dell’imperatore Traiano. Fu catturata con altre cinque donne di notte, mentre raccoglievano i corpi dei martiri torturati per Cristo. Per questo fu gravemente sfigurata dall’imperatore. Queste cinque donne furono orribilmente torturate e, alla fine, furono gettate in una vasca di rame fuso, dove consegnarono le loro anime al loro Signore. Drosida rimase sotto la stretta sorveglianza dell’imperatore. Fuggì dal palazzo e si battezzò in un fiume. Dopo otto giorni rese la sua anima a Dio.

  1. IL VENERABILE MARTIRE EUTIMIO

Eutimio nacque nel villaggio di Dimitsana, nel Peloponneso. Da bambino, Eutimio visse da cristiano ma, in seguito, si recò in Romania dove si diede a una vita di grande dissolutezza. In questa dissolutezza uno spirito maligno lo portò a diventare musulmano. Non appena lo fece, Eutimio cominciò a pentirsi amaramente. Tornò nuovamente alla fede di Cristo e fu tonsurato monaco nell’Athos, la Montagna Santa. Dopo diversi anni trascorsi in rigoroso digiuno e preghiera, decise di morire per Cristo. Con la benedizione del suo padre spirituale, si recò a Costantinopoli dove riuscì in qualche modo a presentarsi al cospetto del Gran Vezir. Eutimio cominciò a farsi il segno della croce, a lodare Cristo e a insultare Maometto alla presenza del Vezir. Dopo lunghe torture fu condannato a morte e decapitato la Domenica delle Palme, il 22 marzo 1814 d.C. Sulle sue reliquie si verificarono molte guarigioni miracolose di malati. La sua testa onorata è conservata nel monastero russo di San Panteteleimon [Pantaleone] sulla Montagna Santa. Così, questo giovane di vent’anni, dapprima morì a Cristo e poi morì per Cristo.

Inno di lode
CRISTO SIGNORE COME PESCATORE

Sei un meraviglioso pescatore, o Cristo Signore,
In tutto il mondo stendi le reti,
per le perle pure che tu peschi nelle acque profonde,
Rete invisibile, tessuta dallo Spirito,
tessuta con amore, inumidita di lacrime,
da mani angeliche, ovunque sostenuta.
Tutti quelli che una madre ha partorito e che lo Spirito ha allevato,
Le anime più belle che il mondo possa dare.
Tutti quelli che sono entrati nel numero del Tuo ricco pescato,
Tutti quelli che la Tua rete di seta ha catturato.
Quando solleverai le reti dal mare della vita
Nulla rimarrà se non la feccia fangosa.
O, Pescatore, Meraviglioso, di perle pure,
E noi peccatori, un tempo, eravamo le tue perle,
Ora, dal Tuo trono, siamo lontani,
Sotto il sedimento delle passioni oscure, siamo coperti,
Ma che la Tua rete ci catturi,
Dal Tuo volto, risplenderemo come le stelle.


Riflessione
Anche nel suo dolore sulla croce, il Signore Gesù non ha condannato i peccatori, ma ha offerto al Padre suo il perdono per i loro peccati dicendo: “Non sanno quello che fanno!” (San Luca 23,34). Non giudichiamo nessuno per non essere giudicati. Perché nessuno è sicuro che prima della sua morte non commetterà lo stesso peccato con cui condanna il suo fratello. Sant’Anastasio del Sinai insegna: “Anche se vedi qualcuno che pecca, non giudicarlo perché non sai come sarà la fine della sua vita. Il ladro, crocifisso con Cristo, è entrato in Paradiso, mentre l’apostolo Giuda è andato all’Inferno. Anche se vedete qualcuno che pecca, tenete presente che non conoscete le sue opere buone. Infatti, molti hanno peccato apertamente e si sono pentiti in segreto; vediamo i loro peccati, ma non conosciamo il loro pentimento. Per questo, fratelli, non giudichiamo nessuno per non essere giudicati”.

Contemplazione
Contemplare il Signore Gesù crocifisso sulla croce:

  1. Quanto è infinito il suo dolore per gli uomini accecati dal peccato;
  2. Come i suoi pensieri sulla croce siano rivolti più al Padre celeste che a se stesso;
  3. Come la sua preoccupazione sulla croce sia rivolta più agli uomini che a se stesso;
  4. Come sulla croce sia certo della sua vittoria e della sua risurrezione.

Omelia
Sulla maestà di Cristo vincitore

“I capelli del suo capo erano come lana bianca o come neve e i suoi occhi erano come una fiamma ardente” (Apocalisse 1,14).

È così che Giovanni il Teologo (colui alzò lo sguardo su Dio) vide Gesù dopo la sua risurrezione e la sua vittoria. Lo vide come il Figlio dell’uomo, vestito di una lunga veste, cinto da una fascia d’oro, con sette stelle nella mano destra e il suo volto “splendeva come il sole al suo massimo splendore” (Apocalisse 1,16). È con questo tipo di potenza e di gloria che è apparso Colui che sulla croce non era raggiante e che a tutti i passanti sembrava il più debole dei figli degli uomini. Perché i suoi capelli erano come lana bianca e candidi come la neve? Nostro Signore non aveva forse appena trentaquattro anni quando lo uccisero? Da dove, allora, i suoi capelli bianchi? I capelli bianchi non indicano forse la vecchiaia? È vero che i capelli bianchi indicano la vecchiaia dell’uomo mortale, ma nel Cristo nella gloria indicavano più che la vecchiaia, l’eternità. L’eterna giovinezza! La vecchiaia è il passato e la giovinezza è il futuro. Allo stesso tempo, non è forse l’uno e l’altro? Più di tutti i tempi passati e di tutti i tempi futuri e persino oltre il tempo, Cristo è l’eternità oltre il tempo. Perché i suoi occhi erano come una fiamma di fuoco? Perché Egli è l’Onniveggente. Ogni sorta di cose può essere nascosta al sole, ma di tutto ciò che è nei cieli, sulla terra o sotto la terra, nulla può essere nascosto alla Sua vista. Egli percepisce tutti i fili del tessuto della natura; percepisce tutti gli atomi nelle pietre, ogni goccia d’acqua nel mare, ogni particella d’aria e tutti i pensieri e i desideri di ogni anima creata. Questo è l’Unico e lo stesso e nessun altro; Colui che per compassione della razza umana venne sulla terra, si vestì di un corpo mortale e sofferente, fu ridicolizzato, fu deriso e fu sputato dagli uomini peccatori. Questo è lo stesso, e non un altro, che, senza splendore, è stato appeso alla croce tra i ladri e, come un uomo morto, è stato sepolto da Giuseppe e Nicodemo.

O fratelli, quanto è impressionante pensare a quale grande e maestoso Visitatore abbia avuto la terra! È ancora più impressionante pensare contro chi gli uomini squilibrati hanno alzato le mani!

O Signore maestoso, perdona i nostri peccati e ricordati di tutti noi nella tua potenza e nella tua gloria.

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