17 Marzo

Dal Prologo di Ohrid opera di Nikolaj Velimirovic

17 marzo secondo il vecchio calendario della Chiesa

  1. SANT’ALESSIO, L’UOMO DI DIO

Varie sono le strade su cui Dio conduce coloro che desiderano piacergli per adempiere alla sua Legge. Al tempo dell’imperatore Onorio viveva a Roma un alto dignitario, Eufemiano, molto rispettato ed estremamente ricco. Lui e sua moglie, Algae, conducevano una vita gradita a Dio. Pur essendo ricco, Eufemiano si sedeva a tavola una volta al giorno, solo dopo il tramonto del sole. Aveva un unico figlio, Alessio, che, una volta raggiunta l’età della maturità, fu costretto a sposarsi. Quella stessa notte, però, lasciò non solo la moglie, ma anche la casa del padre. Alessio si imbarcò e arrivò alla città di Edessa, in Mesopotamia, dove si trovava una famosa immagine di nostro Signore, inviata lì da nostro Signore stesso all’imperatore Abgar. Dopo aver venerato questa immagine, Alessio si vestì con gli abiti di un mendicante e, come tale, visse in città per diciassette anni, pregando continuamente Dio nel vestibolo della Chiesa della Santa Madre di Dio. Quando si venne a sapere che era un uomo di Dio, si spaventò delle lodi degli uomini, lasciò Edessa e salì su una barca per recarsi a Laodicea. Secondo la Provvidenza di Dio, la barca fu portata via e navigò fino a Roma. Ritenendo che questo fosse il dito di Dio, Alessio decise di andare a casa di suo padre e lì, da sconosciuto, continuò la sua vita di abnegazione. Il padre non lo riconobbe, ma per carità gli permise di vivere nel suo cortile in una capanna. Alessio rimase qui per diciassette anni vivendo solo di pane e acqua. Maltrattato dai servi in vari modi, sopportò tutto fino alla fine. Quando la sua fine si avvicinò, scrisse una lettera, la strinse in mano, si sdraiò e morì il 17 marzo 411 d.C. Nello stesso periodo ci fu una rivelazione nella Chiesa dei Dodici Apostoli e, alla presenza dell’imperatore e del patriarca, si udì una voce che diceva: “Cercate l’Uomo di Dio”. Poco dopo, fu rivelato che quest’Uomo di Dio risiedeva nella casa di Eufemiano. L’imperatore, il papa e tutto il suo seguito arrivarono a casa di Eufemiano e, dopo una lunga discussione, appresero che il mendicante era quell'”Uomo di Dio”. Quando entrarono nella sua capanna, trovarono Alessio morto, ma con il volto splendente come il sole. Da quella lettera i genitori appresero che si trattava del loro figlio Alessio. Anche la sua sposa, che per 34 anni aveva vissuto senza di lui, apprese che era suo marito. Tutti furono sopraffatti da un immenso dolore e lutto. In seguito, si consolarono vedendo come Dio ha glorificato il suo prescelto. Toccando il suo corpo, molti malati furono guariti e dal suo corpo uscì un olio profumato [crisma]. Il suo corpo fu sepolto in un sarcofago di marmo e diaspro. La sua testa riposa nella chiesa di San Lauro, nel Peloponneso.

  1. IL SANTO MARTIRE MARINO

Marino era un soldato. Non solo non voleva offrire sacrifici agli idoli, ma se altri facevano sacrifici, li disperdeva e li calpestava. Per questo motivo, nel III secolo, Marino fu torturato e decapitato. Un certo senatore, Astyrius, vestito con una preziosa veste bianca, fu testimone della sofferenza di San Marino. Astyrius fu talmente preso dall’entusiasmo per la fede di Cristo, che ai suoi seguaci dà tanto coraggio, che si mise il corpo martirizzato sulle spalle, lo rimosse e lo seppellì con onore. Alla vista di ciò, i pagani uccisero anche lui come cristiano.

Inno di lode

SANT’ALESSIO, L’UOMO DI DIO

Alessio abbandonò tutto ciò che il mondo considera glorioso,

e per Dio, intraprese la via stretta, ma vera.

Per prima cosa decise di impoverirsi per amore di Cristo,

Poi lasciò in fretta l’opulenza dei suoi genitori.

E quando partì per una terra lontana e quando ritornò

né nello splendore né nella povertà inciampò nel peccato.

La mente era rivolta a Dio, come una candela accesa,

con una fede forte e una preghiera che sposta le montagne.

Madre addolorata, inconsolabile, madre Alga,

Eufemiano, padre anziano, tra dolore e singhiozzi,

E la sposa, un tempo giovane, sfiorì per il dolore.

Un giorno i servi sgridarono il mendicante,

E chi sia questo mendicante avvizzito, nessuno lo sospetta.

È l’erede di quella famiglia! Ma su questo, egli tace.

Eredità che ha rinnegato quando era ancora in fiore.

per essere coerede nel mondo celeste.

Ma il santo non ha potuto nascondersi, il Signore fa conoscere il santo,

che con la sua vita ha glorificato Dio, e Dio ora glorifica lui.

Alessio glorifica Dio, ecco perché è diventato glorioso,

In verità, egli era e rimaneva l’Uomo di Dio.


Riflessione
Perché siamo qui sulla terra? Per dimostrare il nostro amore per Dio. Per imparare ad amare Dio più del peccato. Perché con il nostro amore insignificante possiamo rispondere all’amore più grande di Dio. Solo l’amore di Dio è un amore grande e il nostro amore è sempre insignificante. Dio ha mostrato e mostra abbondantemente il suo amore per l’uomo sia in Paradiso che sulla terra. Questa breve vita terrena ci è data come scuola e come esame per vedere se risponderemo con amore al grande amore di Dio. “Ogni giorno e ogni ora ci viene richiesta una prova del nostro amore per Dio”, dice sant’Isacco il Siro. Dio mostra il suo amore per noi ogni giorno e in ogni ora. Ogni giorno e ogni momento ci troviamo tra Dio e il peccato. Dobbiamo scegliere se dare il nostro amore a Dio ed elevarci tra gli angeli o scegliere il peccato e cadere nelle tenebre dell’Ade. Alessio, l’Uomo di Dio, ha amato Dio più dei suoi genitori, di sua moglie e delle sue ricchezze. Trascorse diciassette anni come mendicante lontano dalla casa dei suoi genitori, e altri diciassette anni Alessio li trascorse come sconosciuto e disprezzato nella casa dei suoi genitori. Tutto questo lo fece per amore di Dio. Il Dio misericordioso rispose amore per amore a questi trentaquattro anni di sofferenza. Ha dato ad Alessio la vita eterna e la gioia tra i suoi angeli nei cieli e la gloria sulla terra.


Contemplazione
Contempliamo il Signore Gesù sul Golgota:

  1. Come i soldati gli hanno tolto le vesti ed Egli tace e non si difende;
  2. Come lo inchiodarono al legno con le punte ed Egli tace e non si difende;
  3. Come, con frastuono e tumulto, sollevarono la croce da terra, la misero in piedi e il Signore tace.

Omelia
Sulla seconda venuta di Cristo

“Come il lampo viene da oriente e si vede fino a occidente, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo” (Matteo 24, 27).

Il secondo avvento di nostro Signore Gesù sarà una venuta nella gloria. Nostro Signore lo ha ripetuto molte volte. Qui ci dice più dettagliatamente a cosa assomiglierà questa Sua venuta. Dice che assomiglierà a un lampo. In questo modo rivela le cinque caratteristiche del suo avvento glorioso.

Primo: la Sua seconda venuta sarà inaspettata, come un lampo. Per questo ci ha ricordato: “Perciò state svegli! Perché non sapete né il giorno né l’ora” (San Matteo 25,13).

Secondo: la sua seconda venuta sarà luminosa come un lampo. Il sole e le stelle si oscureranno. L’intero universo perderà lo splendore del suo volto quando Lui brillerà. Colui che pecca avrà meno luce e luminosità. Quanto più oscuro sarà il peccatore sotto questa fiamma celeste. Ecco perché ci ha ricordato di tenere le lampade delle nostre anime piene di olio e pronte. Fratelli, non lasciamoci trovare nelle tenebre in quell’ora terribile!

Terzo: il suo avvento sarà potente come un lampo. Perché Lui, da solo, ha parlato agli altri dicendo che verrà “con grande potenza e gloria” (Matteo 13, 26).

Quarto: la sua venuta sarà onnicomprensiva e pubblica per tutti e tutte, dall’oriente all’occidente. Cioè, non apparirà come la prima volta per essere visto solo dai suoi discepoli o da un solo popolo o da una sola nazione o da un solo Paese o da un solo Stato, ma apparirà come un lampo che tutte le nazioni e tutti i popoli della terra vedranno contemporaneamente.

Quinto: Come il lampo precede la pioggia e la grandine, così la Sua seconda venuta precederà il terribile giudizio che sarà per i giusti e i fedeli come la pioggia desiderata; e per gli ingiusti e gli infedeli, come la grandine.

Prepariamoci, fratelli, perché le nubi si stanno addensando e il fulmine divino può scendere da esse in qualsiasi momento.

O Signore, grande e grandioso, dona olio alle lampade delle nostre anime, affinché non ci ritroviamo nelle tenebre eterne quando apparirà la tua luce eterna.

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