dell’Archimandrita Kyrillos Kostopoulos
Predicatore del Santo Monastero di Patrasso – Dottore in Teologia
originale: https://orthodoxostypos.gr
La Chiesa Ortodossa si fonda su due pilastri: la Sacra Scrittura e la Sacra Tradizione.
Ciò significa che il suo fondamento è la Rivelazione Divina, poiché la Sacra Scrittura contiene la Rivelazione Divina, e la Sacra Tradizione, costituita da quanto deciso dai Concili Ecumenici e insegnato dai Santi Padri, costituisce l’interpretazione autentica della Sacra Scrittura. Pertanto, per la teologia ortodossa, esiste una completa interdipendenza tra queste due forme di Rivelazione Divina.
La Verità Rivelata, espressa attraverso le Sacre Scritture e la Sacra Tradizione, insegnata dai Santi Apostoli e incessantemente insegnata dai Santi Padri, è preservata dalla nostra Chiesa Ortodossa, inalterata e incontaminata. Per questo motivo, la nostra Chiesa Apostolica può anche essere definita Patristica.
Non è possibile separare questi due concetti, “Apostolico” e “Patristico”, poiché la Chiesa, quando è Patristica, è veramente Apostolica e, quando è Apostolica, è veramente Patristica. Pertanto, la testimonianza patristica è molto più di un semplice fatto storico, di una caratteristica storica o di una voce del passato.
L’insegnamento dei Santi Padri, la dottrina dogmatica più generale e specifica, è la predicazione apostolica stessa, che esprime la Verità Rivelata dal Signore Teantropo. È il “messaggio” del cielo che, dopo essere stato preservato dai Santi Apostoli e trasmesso ai Santi Padri, è stato da loro sperimentato nell’ambito della nostra Chiesa Ortodossa, divenendone testimonianza empirica.
Questa teologia patristica e questa vita ecclesiastica patristica sono ben lontane dalla teologia papale scolastica e dalla teologia protestante razionale e intransigente. Pertanto, l’insegnamento dei Santi Padri costituisce la misura costante e il criterio infallibile della retta fede dei membri della Chiesa, clero e laici.
Di conseguenza, ogni chierico – a prescindere dal grado – o laico che crede e insegna qualcosa al di fuori dell’insegnamento patristico o – peggio – lo disprezza, camminando secondo la propria passionale opinione e vita, è fuori dalla Chiesa e, secondo i santi Canoni, non dobbiamo ascoltarlo o seguirlo.
Inoltre, i nostri Santi Padri sono gli autentici testimoni della vera fede. Le “mistiche trombe del Santo Spirito”, i Padri teofori e amanti del cielo, coloro che “suonano in mezzo alla Chiesa l’armoniosa melodia della teologia”, essi, con il loro insegnamento teologico, sono le nostre guide alla vera fede ortodossa, alla vita teocratica, alla nostra redenzione e theosis per Grazia. Per questo dobbiamo essere in comunione con la parola dei Santi Padri, poiché sono diventati testimoni e partecipi dell’”epifania” del Verbo Incarnato. Comunicando con loro, studiando i loro testi, non come informazione storica, ma immergendoci nelle loro opere, accogliendo la loro testimonianza come esperienza della Rivelazione Divina e come guida infallibile per le nostre vite.
Altrimenti, se ci avviciniamo al loro lavoro solo scientificamente, nel senso freddo e laico del termine, allora nulla ci impedirà di procedere all’istituzione di una celebrazione pasquale congiunta con gli eretici e di impegnarci nella forma più alta di preghiera comune, esplicitamente e categoricamente proibita dai sacri Canoni. Inoltre, giungeremo all’inaccettabile punto di eventi congiunti – “celebrazioni” con gli eretici – per il compimento dei 1700 anni dalla convocazione del Primo Concilio Ecumenico a Nicea, in cui i nostri Santi Padri si batterono per preservare intatta la verità della Chiesa, allontanando gli eretici come “lupi feroci” e non invitandoli alla comunione e a un cammino comune.
La nostra Chiesa non è un museo di reliquie morte né un’agenzia di ricerca. I suoi archivi sono vivi, “scritti non con inchiostro, ma con lo Spirito del Dio vivente, non su tavole di pietra, ma sulle tavole di cuori umani” (2 Cor 3,3). E la nostra fede ortodossa non è una reliquia del passato, ma è la “spada dello Spirito” (Ef 6,17), alimentata dai Padri della nostra Chiesa, che sono sempre stati e continuano ad essere sempre più rilevanti, più di molti teologi, chierici e laici occidentalizzanti contemporanei.
La nostra Chiesa è Patristica perché cammina con il principio inviolabile di “seguire i Santi di Patrasso”. Ecco perché è necessario che tutti i nostri teologi tornino alle radici della pietà e dell’insegnamento tradizionali-patristici, per recuperare la mentalità patristica, cioè ecclesiastica. Solo così si eviterà la teologia occidentalizzante, completamente estranea alla nostra Santa Tradizione, manterremo la nostra integrità e saremo in grado di aiutare concretamente l’uomo moderno disperato e indifeso. L’unica speranza del mondo è la nostra Chiesa Patristica.