Il leone del nord! Augustinos Kantiotis di Florina
(20/04/1907 – 28/08/2010) Breve storia della sua vita
originale: https://orthodoxostypos.gr/
Al signor Panagiotou Tsangaris, teologo
Il Metropolita di Florina, Augustinos Kantiotis, nato Andreas, figlio di un piccolo commerciante di professione, Nikolaos A. Kantiotis, e di un’insegnante, Sophia, nata Threpsiados, nacque a Lefkes, Paros, il 20 aprile 1907. All’età di 8-10 anni, incontrò il venerabile abate del Sacro Monastero di Loggovarda, Paros, l’archimandrita Philotheos Zervakos, che sarebbe stato il suo padre spirituale da allora in poi fino al suo esilio nel 1980. Nel 1926 entrò alla Scuola Teologica di Atene, dove si laureò nel 1929. Nel 1935 fu tonsurato monaco con il nome di Agostino nella Metropolia di Etolia e ordinato diacono. Svolse l’incarico di Protosingello nella Metropolia di Etolia (1935-1941), di predicatore a Giannina (1941), di Giannitsa (1942), dove fu ordinato presbitero, nella Metropolia di Salonicco. Da lì fu successivamente inviato a Kilkis, Veria, Edessa e Florina, alla Metropolia di Kozani (1943-1945), alla Metropolia di Grevena (1945-1947), di nuovo alla Metropolia di Kozani, come sacerdote militare (1947-1950), alla Metropolia di Karystia (1950-1951) e, infine, ad Atene (1951-1967). Nel 1964 fu ricoverato all’ospedale “Evagelismos” di Atene per un intervento chirurgico. Soffre di un’infezione e rischia la morte, ma sopravvive miracolosamente, come ammettono i medici che lo curano.
Il 25 giugno 1967, come per miracolo, questo fastidioso, testardo e insubordinato Archimandrita fu ordinato Metropolita di Florina, Prespa ed Eordaia. Avrebbe guidato la sua Metropolia per (33) trentatré anni consecutivi, fino al 14 gennaio 2000, quando si dimise per vecchiaia.
Il metropolita militante di Florina, Augustinos Kantiotis, ha messo in pratica nella sua vita il suo amato slogan: “combatti per la Verità”. In difesa del Nome di Cristo, del popolo di Dio e della verità, non ha esitato di fronte a nessuna persona di alto rango o di fronte a nessun sacrificio personale, ignorando completamente se stesso. Per questo motivo si scontrò:
Contro gli invasori italiani e tedeschi, che infuriati emisero mandati di arresto e di esecuzione (come per miracolo sfugge ancora una volta e molte volte alla morte).
Contro quei vescovi che dimenticano il loro dovere e che, fortemente infastiditi, gli proibiscono di predicare, lo trasferiscono o lo licenziano («sono diventato, per dirla in modo caratteristico, un peso per i vescovi!»).
Contro i partecipanti ai festeggiamenti, i carnevalari, i giocatori d’azzardo, gli adulteri e in generale i dissoluti, nonché contro scrittori (N. Kazantzakis), attori, registi (ha scomunicato il regista Theodoros Angelopoulos a causa del suo film “Il passo sospeso della cicogna”), quando questi mancano di rispetto ai sacri e ai santi della fede e che, tuttavia, infastiditi dal suo controllo, lo insultano, lo deridono e lo calunniano, definendolo esagerato, irrealista, anacronistico, contemporaneo «Don Chisciotte», nazionalista estremo, fondamentalista cristiano, «Khomeyni della Macedonia», e persino come malato di mente.
Contro politici, re (nei suoi sermoni chiamava il re Paolo con nomi irriverenti), governanti, massoni, quando questi agivano in contrasto con la Legge di Dio e cambiavano il sentimento comune, con il risultato di subire continue persecuzioni e vessazioni (ad esempio, durante la dittatura rischiò di essere destituito e rinchiuso in un manicomio!).
«I fascisti lo definivano comunista, i comunisti lo definivano fascista, gli atei lo chiamavano pazzo, ma Agostino li “prendeva in giro” tutti, poiché si muoveva al di sopra delle persone e delle situazioni, una pietra d’inciampo per gli ignoranti e una pietra di scandalo per gli altri!
Il combattivo e intransigente Gerarca combatteva il peccato. Verso coloro che peccavano provocatoriamente in pubblico, esercitava pubblicamente il suo controllo pedagogico. Amava ogni persona e non serbava rancore e perdonava chi si pentiva.
Ma come reagisce la gente comune di fronte a un ecclesiastico che è considerato un “segno di contraddizione”? Il popolo lo ama, si fida di lui, lo sostiene e lo segue, perché vede in lui un combattente della fede, un custode della verità, un semplice spirituale e un padre affettuoso.
Enorme è l’opera pastorale, filantropica e sociale di padre Agostino: Nutre i poveri, gli indigenti, i mendicanti, le vedove e gli orfani, «spendendo il suo stipendio e mangiando lui stesso pane e olive…». Solo le mense che organizzò durante l’occupazione tedesca a Kozani salvarono dalla fame (7.000) settemila nostri simili.
Nella diocesi di Florina, costruì chiese, colmò le numerose lacune effimere, fondò associazioni e scuole, costruì una casa di cura e un insediamento ecclesiastico in città, in cui sistemò gli zingari della zona, dopo averli precedentemente battezzati in massa nel fiume Sakoleva. “Questo progetto, di fatto, di integrazione sociale di questo gruppo di popolazione speciale, nei primi anni ’70, era senza precedenti per le condizioni greche”!
Fonda anche centri giovanili, collegi per studenti e alunni, librerie cristiane, campeggi ed erige grandi croci sui punti più alti di Florina, la più grande delle quali è di trentatré metri, illuminata, situata in cima alla collina. “Era particolarmente impegnato nella missione. Ne è prova la fondazione di numerose confraternite missionarie, come la confraternita missionaria ortodossa femminile “AGAPE” e la confraternita maschile “Tre Gerarchi”. L’azione delle confraternite è, da un lato, la carità e, dall’altro, la catechesi.”
La sua principale preoccupazione era la catechesi del popolo e così fondò la Confraternita Missionaria dei Teologi “LA CROCE”, tenne sermoni e discorsi in quasi tutto il paese, pubblicò una dozzina di riviste e scrisse circa cento libri di contenuto religioso.
Agostino Kantiotis, il vescovo di Florina, l’asceta, generoso, senza possedimenti e sempre integro e irreprensibile, il “piccolo pacco”, ma perspicace, acuto e instancabile amico dell’ordine sacro-canonico, questo Gerarca insuperabile e impavido combattente nazionale, giustamente soprannominato «il leone del nord», questo «mito vivente che ha riportato in vita ai nostri giorni la leggenda di San Cosma d’Etolia» (p. Daniel Aerakis), questo carismatico oratore, soprannominato «re e rettore dei predicatori», colui «che affascinava le folle con la sua parola profetica infuocata… tanto da condurle a manifestazioni e azioni azzardate…, lui, il soldato a vita di Cristo…, che viveva per condurre le anime a Cristo… lottò per tutta la vita per una Chiesa “libera e viva”. Una Chiesa rispettata dai suoi amici e temuta dai suoi nemici. Una Chiesa che difendeva i diritti del popolo e non era “garzone”, come diceva di solito, né serva dei desideri dei potenti» (+Vasileios Stergioules, teologo).
Augustinos Kantiotis, anziano vescovo di Florina, è mancato il 28 agosto 2010, all’età di 103 anni. La tomba di padre Augustinos Kantiotis si trova nel Sacro Monastero di Sant’Agostino a Florina.
Tratto dal di Panagiotos Tsagaris: “Lotte per la nostra identità” – Santi e gerarchi della nostra Chiesa ortodossa, che hanno combattuto per la verità della fede, i diritti della Chiesa e la salvezza della nostra nazione (Mitilene 2011).
