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05 MAGGIO

Dal Prologo di Ohrid opera di Nikolaj Velimirovic

05 Maggio secondo l’antico calendario della Chiesa

1. LA SANTA GRANDE MARTIRE IRENE

Irene visse nei Balcani durante il periodo apostolico nella città di Magedon. Suo padre Licinio era di minore nobiltà reale. Alcuni pensano che fosse una slava. Irene è nata pagana da genitori pagani. Penelope era il suo nome pagano. Imparò a conoscere la fede cristiana dal suo maestro Appeliano. San Timoteo, discepolo dell’apostolo Paolo, battezzò lei e i suoi assistenti di corte e le diede da leggere le epistole dell’apostolo Paolo. Rifiutandosi di sposarsi, fece infuriare il padre che voleva torturarla ma, in maniera miracolosa, convertì il padre al cristianesimo. Irene fu sottoposta a varie torture da quattro re, senza contare suo padre ma, Dio attraverso i suoi angeli, la risparmiò. Il re Sedechia la seppellì fino al collo in un fosso pieno di serpenti e scorpioni, ma un angelo di Dio rese inefficaci queste creature velenose e ripugnanti e salvò la santa vergine dal male. Il re Sedechia allora volle segarla a metà ma la sega rimbalzò dal suo corpo come se fosse di pietra. Dopodiché, lo stesso re la legò ad una ruota sotto un mulino ad acqua e fece uscire il flusso dell’acqua sperando, in questo modo, di ucciderla. Ma l’acqua si rifiutò di scorrere, anzi si fermò e la vergine rimase viva e vegeta. Il re Sapore, figlio del re Sedechia, le fermò i piedi con i chiodi, le caricò addosso un sacco di sabbia, la bardò e ordinò che fosse condotta come un animale lontano dalla città. “In verità, sono una bestia davanti a te, o Signore!” disse la santa martire, correndo imbrigliata dietro ai suoi aguzzini. Tuttavia, un angelo di Dio scosse la terra e la terra si aprì e inghiottì i suoi torturatori. Sopravvissuta a tutte le torture, con le quali convertì al cristianesimo un numero sterminato di pagani, Irene entrò nella città di Callipoli [Gallipoli] dove predicò la Fede di Cristo. Il re locale Numeriano voleva ucciderla in questo modo: la gettò in tre buoi di metallo rovente; uno dopo l’altro. Ma la vergine fu salvata e rimase in vita. Molti testimoniarono e credettero. L’eparca [governatore] Vaudon la portò nella città di Constantina dove pensò di ucciderla in questo modo: la mise su grate roventi. Ma ciò non danneggò Sant’Irene e convertì molti alla Vera Fede. Finalmente Irene arrivò nella città di Mesembria dove fu uccisa dal re Sapore ma Dio la riportò in vita. Il re, con molte persone, dopo aver assistito a ciò, credette in Cristo e fu battezzato. Così S. Irene, con le sue sofferenze e i suoi miracoli, convertì alla Fede di Cristo più di centomila pagani. Alla fine, si sdraiò in una tomba e ordinò ad Appeliano di chiudere la tomba. Dopo quattro giorni, quando riaprirono la tomba, lei non era nella tomba. Così Dio glorificò per sempre la vergine e martire Irene, che tutto sacrificò e tutto sopportò affinché Dio fosse glorificato tra gli uomini. (*)

2. SAN MARTINO E SAN ERACLIO

Martino ed Eraclio erano entrambi slavi. Furono perseguitati dagli eretici ariani in Illiria. Banditi in esilio, questi due cavalieri dell’Ortodossia completarono la loro vita terrena nel IV secolo e si stabilirono con il loro Signore.

Inno di lode
SANTA IRENE
Penelope, figlia del re, era al balcone,
Quando, di fila, tre uccelli volarono rapidamente verso di lei.
La prima una colomba, bianca come il latte, con un ramo d’ulivo,
Dopo di che un’aquila, nel suo becco ossuto, una corona di fiori
Infine, un corvo, con un serpente amaro, piombò ed entrò.
Penelope, chiese ai servi, potete dirmi cosa significa?
I servi restarono in silenzio. Nessuno sa. Con stupore, tutti sono colpiti.
Siamo tutti uomini mortali, disse Appeliano il Vecchio:
Ma ascoltami Penelope, ascolta, bella bambina,
Lo Spirito di Dio, attraverso questi segni, ti profetizza chiaramente;
La colomba, la tua serenità significa, Irene ti chiamerai,
La Grazia di Dio, il ramo d’ulivo significa
L’aquila, il vincitore significa, le passioni che sottometterai,
La ghirlanda fiorita, la gloria e la dolcezza celeste significano;
Il corvo con un serpente, il demone con la sua malizia, cioè
Ma, con la nostra perseveranza, lo vincerai, lo farai.
Tutto questo Irene udì, e il cuor le tremò,
E alla fede che salva decise di donarsi completamente;
Ciò che decise, ciò eseguì e Dio l’aiutò.
Per le sue sante preghiere, o Dio, salva anche noi.

Riflessione
La preghiera fatta solo di parole non aiuta se il cuore non partecipa alla preghiera. Dio ascolta solo una preghiera fervente. Abba Zoilus della Tebaide stava tornando una volta dal monte Sinai e incontrò un monaco che si lamentò con lui, che stanno soffrendo molto per la siccità nel monastero. Zoilo gli disse: “Perché non preghi e implori Dio?” Il monaco rispose: “Abbiamo pregato e implorato, ma non piove”. A questo, Zoilus ha risposto: “È evidente che non stai pregando con fervore. Vuoi essere convinto che sia così?” Detto questo, l’anziano alzò le mani al cielo e pregò. Abbondante pioggia cadde sulla terra. Vedendo ciò, il monaco stupito cadde a terra e si inchinò davanti all’anziano, ma l’anziano, temendo la gloria degli uomini, fuggì rapidamente. Il Signore stesso ha detto: “Chiedete e vi sarà dato” (Lc 11,9). Invano le bocche sono piene di preghiera se il cuore è vuoto. Dio non sta ad ascoltare la bocca ma il cuore. Lascia che il cuore sia pieno di preghiera anche se la bocca potrebbe tacere. Dio ascolterà e riceverà la preghiera. Perché Dio ascolta solo una preghiera fervente.

Contemplazione
Per contemplare il Signore Gesù asceso:

  1. Come, con la Sua Ascensione, significò la fine trionfante di tutta la Sua opera sulla terra nel corso di circa trentatré anni;
  2. Come, con la sua ascensione, ci insegna che dobbiamo dirigere tutte le nostre aspirazioni verso il cielo e non verso la terra.

Omelia
Sul matrimonio divino delle anime degli uomini

“Volgetevi, figli traviati, dice il Signore, perché io sono sposato con voi” (Geremia 3,14).

L’anima dell’uomo è la sposa e il Dio vivente e onnipotente è lo sposo dell’anima dell’uomo. La sua sposa, l’anima, il Signore la veste di luce e la nutre con la sua grazia. E l’anima, da Dio sposo, partorisce figli buoni; tanti figli sotto forma di tante e belle opere virtuose. L’anima, da sola, non può partorire un’opera virtuosa. Solo l’anima resa feconda da Dio, partorisce opere virtuose. Ma l’anima, resa feconda dal mondo, o rimane sterile o produce peccato e vizio. Per questo il Signore parla agli uomini: “Sono sposato con te”, perché l’anima dell’uomo conosca a chi è promessa sposa e con chi è sposata, affinché non si allontani e con l’adulterio si muti e trasformi sé stessa in cenere.

Dio è lo sposo fedele dell’anima umana. Non tradisce mai la sposa, l’anima. Il suo amore verso l’anima non si raffredda mai finché l’anima non si allontana da Lui e non commette adulterio. Ma, anche allora, Dio non abbandona subito l’anima, ma la insegue e la sottrae al sentiero della distruzione. “Volgetevi, figli traviati” il Signore parla poi alle anime degli uomini. Pentiti e ti perdonerò. Torna e ti riceverò. I penitenti saprebbero dire quanto è grande la misericordia di Dio. Potranno confermare quanto sia persistente l’amore di Dio verso i peccatori, fino all’ultima ora. Dio è fedele nel suo amore e non è pronto a vendicarsi dell’anima adultera. Cerca costantemente di restituire all’anima adultera la vergogna perduta del peccato. La vergogna produce il pentimento e il pentimento porta alla restaurazione e la restaurazione porta all’amore e alla fedeltà originali.

O Signore, onnipotente, aiutaci, affinché dal tuo eterno amore le nostre anime producano frutti buoni e abbondanti.

A Te sia gloria e grazie sempre. Amen.

(*) L’arcivescovo Filaret nelle sue “Vite dei santi” pensa che S. Irene fosse di origine serba.